Per quanto riguarda l’ambito umano va considerato il rischio dell’insorgenza di epidemie connesse al circuito oro-fecale (tifo, paratifo, salmonellosi, ecc.) che trovano veicolo di trasmissione nell’acqua e negli alimenti, in presenza di precarie condizioni igienico sanitarie.
In genere queste situazioni si riscontrano nei Paesi in via di sviluppo, ma possono determinarsi anche sul territorio parmense, a seguito di eventi calamitosi di altra natura.
A titolo di esempio si ricorda la profilassi antitifica che fu necessario eseguire a Coltaro di Sissa nel novembre 1982, allorché l’esondazione del F. Taro provocò l’inquinamento dei pozzi utilizzati a scopo idropotabile.
Inoltre, negli ultimi anni, il flusso migratorio dai Paesi del terzo mondo si è notevolmente accentuato e molte delle persone immigrate sono sistemate in strutture fatiscenti, talora in regime di clandestinità. Sia le precarie condizioni igienico-sanitarie, sia la provenienza da zone affette da malattie non presenti nel nostro Paese, possono essere all’origine di focolai epidemici, seppur limitati, difficilmente rilevabili in modo tempestivo.
Sono in costante aumento anche coloro che per vari motivi (turistici, lavorativo, volontariato, ecc.) si recano in zone affette da malattie a carattere epidemico, si può realisticamente prevedere un incremento dei casi di persone presentanti sintomatologie da far ipotizzare un avvenuto contagio.
Non ultimo si evidenzia la frequente problematica delle persone profughe che arrivano in Italia attraverso canali clandestini e talora vengono scoperti casualmente (ex. autocarri con persone nascoste nel carico).
Per quanto riguarda l’ambito animale, assume rilevanza di protezione civile l’ipotesi dell’insorgenza di focolai epidemici di malattie inserite nella lista “A” dell’Organizzazione Internazionale Epizoozie (afta epizootica, pesti suine, ecc.), a motivo delle complesse problematiche di tipo igienico-sanitarie ed economico che ne derivano.
In caso di emergenza il Comune, di intesa con le competenti Autorità sanitarie, predisporrà adeguate procedure operative ed informative per far fronte ad eventi di questo tipo.
Il Comune prevede per tempo piani per il trasferimento rapido di animali, qualora gli allevamenti in cui si trovano, vengano coinvolti da eventi calamitosi esterni, garantendo il mantenimento di condizioni igienico-sanitarie adeguate nei luoghi di accoglienza degli animali.
Il più recente episodio registrato nelle vicinanze di Parma, risale all’agosto 1998, quando si è manifestato nel Comune di Fontevivo un focolaio di peste suina, che ha comportato l’abbattimento di circa 1.300 capi e il relativo smaltimento delle carcasse.